martedì 23 aprile 2013

La politica di coesione dell'UE contribuisce ad attenuare la crisi e produce crescita, come risulta dalla relazione strategica 2013 della Commissione

La Commissione europea ha presentato una panoramica sul funzionamento dei fondi strutturali dell'UE negli Stati membri. La "Relazione strategica" sull'attuazione dei programmi della politica di coesione 2007-2013 riunisce le informazioni disponibili in provenienza dagli Stati membri, nella maggior parte dei casi aggiornate fino alla fine del 2011. Nella prospettiva di ulteriori quattro anni fino a quando terminerà il programma nel 2015, gli investimenti a valere sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo di coesione e sul Fondo sociale europeo hanno già determinato progressi e miglioramenti per molti cittadini.

Nell'insieme dell'UE questi comprendono:
  1. altri 1,9 milioni di cittadini hanno ora accesso alla banda larga;
  2. altri 2,6 milioni di cittadini sono allacciati alle condutture dell'acqua potabile, altri 5,7 milioni usufruiscono di progetti per il trattamento delle acque reflue;
  3. vi sono 460 km di strade della rete transeuropea di trasporto e 334 km di binari della stessa rete; e
  4. 2,4 milioni di persone assistite dal Fondo sociale europeo hanno trovato un nuovo posto di lavoro.
L'innovazione e le piccole imprese ricevono un forte sostegno dagli investimenti della politica di coesione e tale dinamica appare destinata a intensificarsi. Sinora:
  1. 53.240 progetti di Ricerca e sviluppo tecnologico e 16.000 progetti imprese-ricerca hanno ricevuto investimenti e
  2. 53.160 start-up hanno ricevuto un sostegno.
Via via che vengono utilizzati i finanziamenti e che i progetti iniziano a realizzarsi la relazione documenta:
  • un aumento significativo del numero di persone supportate sul piano occupazionale da circa 10 milioni all'anno prima del 2010 a circa 15 milioni annualmente a partire da tale anno; e
  • un'accelerazione significativa dei risultati a partire dal 2010 per quanto concerne il sostegno alle PMI: quasi 400.000 posti di lavoro creati (la metà dei quali nel 2010/11) compresi 15.600 posti di lavoro nella ricerca e 167.000 posti di lavoro nelle PMI.
Commentando la relazione il Commissario responsabile per la Politica regionale Johannes Hahn ha affermato: "Questa relazione ci fornisce una preziosa istantanea di una politica che sta producendo risultati lungo quasi l'intero arco delle priorità UE e investe nella crescita, obiettivo che ha disperatamente bisogno di investimenti. Offriamo sostegno alle nuove imprese innovative e creiamo posti di lavoro validi e sostenibili per il futuro, portiamo la banda larga nelle regioni remote, affrontiamo il problema della fuga dei cervelli e costruiamo collegamenti vitali per i trasporti che contribuiscono alla competitività delle regioni. La politica di coesione ha inoltre dimostrato di essere capace di grande flessibilità reagendo alla crisi e adattandosi ai bisogni via via diversi dei cittadini e delle loro collettività."
Il Commissario ha aggiunto: "Dobbiamo però trarre anche alcuni insegnamenti: i risultati sono a volte frammentari e gli Stati membri devono intensificare gli sforzi per far uso delle risorse UE. Nella prospettiva del prossimo periodo di programmazione ci attendiamo che gli Stati membri e le regioni concentrino la loro politica ancor di più sui risultati e sulle priorità che promettono di avere il maggior impatto."
Lázsló Andor, Commissario responsabile per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione, ha aggiunto: "Con la crisi i fondi UE della politica di coesione hanno acquistato un'importanza ancora maggiore quale fonte d'investimenti su tutto il territorio dell'Unione. Il Fondo sociale europeo offre un sostegno cruciale al nostro capitale umano, in particolare aiuta i giovani a massimizzare le loro opportunità di carriera. La preparazione della prossima generazione di programmi è un'opportunità unica di corroborare la nostra strategia della crescita e dell'occupazione con un sostegno finanziario significativo. L'investimento nel capitale sociale e umano dovrà svolgere un ruolo importante in questa strategia."
La “Relazione strategica” delinea i progressi compiuti da ciascun paese in vista del raggiungimento degli obiettivi unionali, in linea con gli obiettivi della strategia Europa 2020. La relazione incoraggia gli Stati membri a misurare i progressi realizzati in settori strategici fondamentali come la ricerca e l'innovazione, le ferrovie, l'energia, il capacity building, i trasporti urbani sostenibili, la creazione di posti di lavoro e la formazione.
Le relazioni presentate dai 27 Stati membri alla fine del 2012 (basate per l'essenziale su dati del 2011) offrono alla Commissione la prima opportunità di presentare una relazione, nel corso di un periodo di programmazione, sui progressi realizzati in tema di output e risultati e di inviare messaggi importanti e tempestivi sulle potenzialità della politica di coesione ai fini della ripresa economica dell'UE. La Commissione identifica gli ambiti di investimento in cui si deve intervenire per accelerare la selezione e l'esecuzione dei progetti cofinanziati nel periodo 2007-2013 per poter raggiungere gli obiettivi fissati.

martedì 16 aprile 2013

Tratta degli esseri umani: aumentano le vittime nell'UE ma gli Stati membri tardano a rispondere

Nell'Unione europea le vittime identificate o presunte della tratta nel periodo 2008-2010 sono state 23 632. È questo il dato che emerge con maggiore evidenza dalla prima relazione sulla tratta degli esseri umani in Europa pubblicata oggi dalla Commissione europea. La relazione sottolinea, inoltre, che mentre il numero delle persone oggetto della tratta all'interno e verso l'UE è aumentato del 18% dal 2008 al 2010, è diminuito quello dei trafficanti che finiscono dietro le sbarre, come risulta dal calo delle condanne del 13% nello stesso periodo.
Nonostante questo preoccupante contesto, ad oggi solo 6 dei 27 Stati membri dell'Unione europea hanno pienamente recepito la direttiva anti-tratta dell'UE nella loro legislazione nazionale, e tre hanno comunicato di avervi provveduto soltanto parzialmente mentre il termine per il recepimento è scaduto il 6 aprile 2013.
«É difficile immaginare che nei nostri paesi UE, liberi e democratici, decine di migliaia di esseri umani possano essere privati della libertà e sfruttati, scambiati come merci a fini di lucro. Ma è questa la triste verità e la tratta degli esseri umani è ovunque attorno a noi, ben più vicina di quanto pensiamo. Mi rammarica molto vedere che, nonostante questa allarmante tendenza, solo pochi paesi abbiano attuato la legislazione anti-tratta e sollecito quelli che non vi hanno ancora provveduto ad adempiere ai loro obblighi», ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria UE per gli Affari interni.
Pieno e rapido recepimento della direttiva UE
Al fine di invertire questa tendenza è necessario recepire e attuare adeguatamente le ambiziose leggi e misure contro la tratta degli esseri umani.
La direttiva, se pienamente recepita, può avere un impatto reale e concreto sulla vita delle vittime e può evitare che un reato tanto aberrante ne faccia altre. Le nuove norme riguardano interventi in ambiti diversi, quali disposizioni di diritto penale, l'azione penale contro gli autori del reato, il sostegno alle vittime e i loro diritti nel procedimento penale, la prevenzione. La direttiva prevede, inoltre, l'istituzione in ciascuno Stato membro di un relatore nazionale o di un meccanismo equivalente che segnali le tendenze, raccolga i dati e quantifichi l'impatto delle attività anti-tratta.
I diritti delle vittime della tratta degli esseri umani nell'UE
Oggi la Commissione europea presenta anche un quadro d'insieme dei diritti delle vittime della tratta degli esseri umani al fine di fornire informazioni chiare e di facile lettura sui diritti del lavoro, sociali, di soggiorno e risarcitori di cui i singoli possono beneficiare in base al diritto dell'Unione. Tale quadro d'insieme sarà utilizzato dalle vittime e dagli operatori (ONG, polizia, funzionari dei servizi per l'immigrazione, ispettori del lavoro, guardie di frontiera, operatori sanitari e sociali) che lavorano nel settore della tratta degli esseri umani e contribuirà al concreto esercizio di questi diritti aiutando le autorità degli Stati membri dell'UE a fornire l'assistenza e la protezione che le vittime necessitano e meritano.
Raccolta dei dati: i risultati principali
Eurostat e la DG Affari interni pubblicano la prima relazione sulle statistiche relative alla tratta degli esseri umani a livello dell'UE per gli anni 2008, 2009 e 2010. Tutti gli Stati membri hanno contribuito a questa relazione – benché la raccolta di dati comparabili e affidabili continui a essere difficile e sia opportuno interpretare queste cifre con cautela in quanto non rappresentano che la punta dell'iceberg. Uno studio dell'Organizzazione internazionale del lavoro rivela che nell'UE sono circa 880 000 le persone vittime del lavoro forzato, compreso lo sfruttamento sessuale.
Vittime
  1. Il numero totale delle vittime accertate e presunte nel 2008 è stato di 6 309, di 7 795 nel 2009 e di 9 528 nel 2010, con un aumento del 18% nel triennio di riferimento.
  2. La distribuzione per sesso ed età delle vittime nel triennio di riferimento è stata: 68% donne, 17% uomini, 12% ragazze e 3% ragazzi.
  3. La maggior parte delle vittime identificate e presunte nel triennio di riferimento è stata venduta a fini di sfruttamento sessuale (62%), seguono le vittime della tratta a fini di lavoro forzato (25%) e, con percentuali nettamente inferiori (14%), le vittime di altre forme di sfruttamento, come il prelievo di organi, attività criminali o la vendita di minori.
  4. La maggior parte delle vittime identificate e presunte nel triennio di riferimento proviene dagli Stati membri (61%), seguite da vittime dall'Africa (14%), dall'Asia (6%) e dall'America Latina (5%).
  5. La maggior parte delle vittime individuate negli Stati membri dell'UE è di origine rumena o bulgara.
  6. La maggior parte delle vittime con cittadinanza diversa da quella degli Stati membri proviene dalla Nigeria e dalla Cina.
  7. Il numero dei permessi di soggiorno rilasciati alle vittime della tratta degli esseri umani con cittadinanza di paesi terzi è aumentato da 703 nel 2008 a 1 196 nel 2010.
— Trafficanti
  1. Negli Stati membri il numero totale dei presunti trafficanti dal 2008 al 2010 è diminuito di circa il 17%.
  2. Il 75% dei presunti trafficanti è di sesso maschile.
  3. I presunti trafficanti per fini di sfruttamento sessuale rappresentano circa l'84% del totale nel triennio di riferimento.
  4. Il numero totale delle condanne per tratta di esseri umani dal 2008 al 2010 è diminuito del 13%.

venerdì 12 aprile 2013

Segregazione scolastica per i figli dei migranti


Secondo un nuovo studio svolto per conto della Commissione europea, i minori di recente immigrazione sono maggiormente esposti al rischio di subire la segregazione scolastica e di frequentare scuole dotate di meno risorse. Ciò si traduce in uno scarso rendimento e in un'elevata probabilità di abbandono scolastico precoce. Ai fini di una migliore integrazione lo studio propone che gli Stati membri forniscano un sostegno educativo mirato ai figli dei migranti, ad esempio attraverso insegnanti specializzati e un coinvolgimento sistematico dei genitori e delle comunità.
Lo studio esamina le politiche nazionali a sostegno dei minori di recente immigrazione relative a 15 paesi recentemente interessati da flussi migratori significativi: Austria, Belgio (comunità fiamminga), Cipro, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Repubblica ceca e Svezia. Secondo le conclusioni della ricerca, il modello migliore è quello della Danimarca e della Svezia, che si basa sull'offerta di un sostegno mirato e su un ragionevole livello di autonomia delle scuole. Gli altri paesi tendono a concentrarsi soltanto su uno di questi aspetti e il risultato è che non pervengono a una migliore inclusione dei figli dei migranti.
Androulla Vassiliou, Commissaria responsabile per l'Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, ha dichiarato: "Ogni minore, indipendentemente dalla sua origine, merita di avere la possibilità, attraverso l'istruzione, di acquisire le competenze necessarie per la vita e che danno migliori prospettive di lavoro. Dobbiamo migliorare i risultati europei in questo settore e fornire maggiore sostegno ai gruppi vulnerabili. Occorre cambiare la mentalità che resiste in troppe scuole. Gli studenti cresciuti in un paese sono i primi a doversi adattare ai figli dei migranti. Dovrebbero essere incoraggiati all'accoglienza e su questo punto abbiamo bisogno dell'appoggio dei genitori. Non intervenendo rischiamo di creare un circolo vizioso in cui la mancanza di opportunità si traduce in risultati scolastici mediocri e in una maggiore probabilità di disoccupazione e di povertà."
L'analisi sottolinea l'importanza dell'autonomia scolastica e di un approccio olistico in materia di sostegno educativo ai minori di recente immigrazione, comprendente il sostegno linguistico e scolastico, il coinvolgimento dei genitori e delle comunità e l'educazione interculturale. Secondo lo studio, le scuole dovrebbero evitare la segregazione e la selezione precoce degli alunni sulla base delle abilità, in quanto ciò potrebbe sfavorire i figli dei migranti che si stanno adattando a una nuova lingua. Viene inoltre sottolineata la necessità di migliorare il monitoraggio e la raccolta di dati statistici sull'accesso, sulla partecipazione e sul rendimento degli alunni e degli studenti migranti.
I risultati dello studio riflettono le statistiche dell'indagine PISA (Programme for International Student Assessment) dell'OCSE, che valuta le competenze e le conoscenze dei quindicenni. L'OCSE ha rilevato che nel 2010, in Europa, il tasso di abbandono precoce dell'istruzione o della formazione è stato del 25,9% tra gli alunni stranieri, contro un livello del 13% tra quelli autoctoni.
Contesto
Lo studio della Commissione rileva che nella maggior parte dei paesi le scuole sono lasciate a loro stesse per quanto riguarda l'applicazione degli orientamenti nazionali generali in materia di assegnazione dei fondi oppure, al contrario, non dispongono dell'autonomia necessaria per adattare il sostegno alle singole esigenze e per calibrare le politiche nazionali in funzione della situazione locale.
Lo studio individua cinque tipi di sostegno educativo:
il modello del sostegno complessivo (esempi: Danimarca e Svezia),
che prevede un sostegno continuativo nei settori più importanti ai fini dell'inclusione dei minori di recente immigrazione: sostegno linguistico, sostegno scolastico, coinvolgimento dei genitori, educazione interculturale e ambiente favorevole all'apprendimento;
il modello del sostegno non sistematico (esempi: Italia, Cipro e Grecia),
caratterizzato da un approccio casuale per quanto riguarda il sostegno fornito. Le politiche non sono sempre formulate in modo chiaro, né dotate di risorse adeguate o attuate in modo efficace. Gli insegnanti, i genitori e le comunità locali restano in larga misura privi di orientamenti precisi;
il modello del sostegno compensativo (esempi: Belgio e Austria),
che prevede svariate forme di politiche di sostegno ed è caratterizzato dall'insegnamento continuativo della lingua del paese ospitante, dal sostegno didattico, pur piuttosto contenuto, dall'individuazione precoce delle abilità dei discenti e dalla divisione precoce in gruppi di abilità. Questo modello è "compensativo", nel senso che mira a correggere le differenze piuttosto che a contrastare lo svantaggio di partenza;
il modello dell'integrazione (esempio: Irlanda)
caratterizzato da politiche di cooperazione e di educazione interculturale ben sviluppate. Il collegamento tra scuola, genitori e comunità locale è sistematico e l'apprendimento interculturale è ben integrato nei programmi scolastici e promosso nella vita scolastica quotidiana. Il modello non si concentra sul sostegno linguistico;
il modello del sostegno centralizzato all'ingresso (esempi: Francia e Lussemburgo),
basato sull'accoglienza centralizzata dei figli dei migranti e sull'offerta di un sostegno scolastico. Offre programmi articolati di sostegno mirato a favore degli alunni con scarso rendimento, come pure un sostegno linguistico e l'ascolto dei genitori.
Lo studio indipendente è stato realizzato per la Commissione dal Public Policy and Management Institute della Lituania.
L'Unione europea, nel quadro della strategia per la crescita e l'occupazione, incoraggia gli Stati membri a investire di più nell'istruzione, in modo da rafforzare le economie europee e far acquisire ai giovani le competenze richieste dal mercato del lavoro. I paesi dell'UE si sono impegnati a ridurre, entro il 2020, la percentuale di giovani in possesso di scarse competenze di base (nella lettura, nella matematica e nelle scienze) e di coloro che abbandonano prematuramente la scuola. Hanno convenuto che entro il 2020 la percentuale di quindicenni in possesso di abilità insufficienti nel campo della lettura, della matematica e delle scienze debba essere inferiore al 15%, che la percentuale di abbandono precoce dell'istruzione e della formazione debba essere inferiore al 10% e che quella delle persone di età compresa tra i 30 e i 34 anni con un livello di istruzione terziaria debba essere almeno del 40%.
Dal 1960 la migrazione netta verso l'Europa è triplicata. L'insegnamento ai figli dei migranti sta diventando una questione di importanza cruciale: nell'anno scolastico 2009/2010 gli alunni di prima lingua diversa dal tedesco iscritti nelle scuole austriache erano il 17,6% del totale e negli ultimi cinque anni la percentuale degli alunni non autoctoni in Grecia è salita dal 7,3 al 12% nell'istruzione primaria e secondaria.

Relazioni industriali: una nuova relazione sottolinea l'irrigidimento del dialogo sociale in Europa

Da una relazione pubblicata ieri dalla Commissione europea emerge che l'attuale crisi economica compromette seriamente il dialogo tra i rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro e i governi. Tale relazione rileva che le riforme adottate recentemente dai governi non sono sempre state accompagnate da un dialogo sociale pienamente efficace, con la conseguenza che le relazioni industriali sono sempre più conflittuali in Europa.
László Andor, commissario europeo per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione, ha dichiarato: "Il dialogo sociale è soggetto a crescenti pressioni nell'attuale contesto di calo della domanda macroeconomica, di inasprimento fiscale e di tagli della spesa pubblica. Dobbiamo rafforzare il ruolo delle parti sociali a tutti i livelli, se vogliamo uscire dalla crisi e preservare i vantaggi del modello sociale europeo. Un dialogo sociale ben strutturato è altresì indispensabile per rispondere alle sfide del cambiamento demografico e per riuscire a migliorare le condizioni di lavoro e a rafforzare la coesione sociale. Il dialogo sociale deve essere intensificato negli Stati membri dell'Europa centrale e orientale, nei quali è attualmente sensibilmente più debole."
È di cruciale importanza che i rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro (parti sociali) partecipino attivamente all'elaborazione delle riforme della pubblica amministrazione, dal momento che le soluzioni individuate attraverso il dialogo sociale sono in genere più ampiamente accettate dai cittadini, più facili da attuare nella pratica e meno atte a suscitare conflitti. Accordi consensuali con l'intervento delle parti sociali contribuiscono quindi a garantire la sostenibilità a lungo termine delle riforme economiche e sociali. Un dialogo sociale ben strutturato può contribuire effettivamente alla resilienza economica dell'Europa. Di fatto, i paesi con un dialogo sociale consolidato e istituzioni di relazioni industriali forti sono generalmente quelli in cui la situazione economica e sociale è più solida e meno soggetta a pressioni. Le potenzialità del dialogo sociale di risoluzione dei problemi possono contribuire a superare l'attuale crisi. La nuova relazione illustra in che modo i risultati del dialogo sociale europeo possono incidere concretamente sulla vita lavorativa dei cittadini europei, ad esempio migliorandone le condizioni di lavoro e la salute e sicurezza sul luogo di lavoro.
In considerazione dei tagli della spesa pubblica in numerosi Stati membri, la relazione affronta essenzialmente i rapporti di lavoro nel settore pubblico: amministrazione pubblica, istruzione e assistenza sanitaria. I governi hanno considerati prioritari gli incrementi di efficienza nella ristrutturazione del settore pubblico. In alcuni paesi questo processo ha continuato il suo corso seguendo un approccio più equilibrato che suscita minori tensioni e conserva così il margine per soluzioni collettive tra i sindacati e il settore pubblico. In altri paesi i metodi scelti per attuare decisioni hanno spesso escluso il ricorso al dialogo sociale. Tale tendenza non si registra unicamente nei paesi che beneficiano dell'assistenza finanziaria dell'UE e del Fondo monetario internazionale. Di conseguenza, in molti Stati membri, l'inasprimento fiscale e i tagli della spesa pubblica hanno generato un'ondata di vertenze di lavoro e hanno messo in evidenza la natura contestata di alcune delle misure di riforma che non sono passate al vaglio del dialogo sociale.
Europa centrale e orientale
La relazione analizza inoltre in profondità lo stato del dialogo sociale in Europa centrale e orientale. Benché esista una grande diversità tra i paesi di questa area, essi presentano tutti, ad eccezione della Slovenia, istituzioni di relazioni industriali fragili e frammentate. Alcune riforme pregiudicano effettivamente il coinvolgimento delle parti sociali nell'introduzione dei cambiamenti. La relazione dimostra che la rivitalizzazione dei sistemi nazionali di relazioni industriali al fine di promuovere e ripristinare il consenso è indispensabile per garantire la sostenibilità a lungo termine delle riforme economiche e sociali in atto.
Nella relazione sono state esaminate altre questioni, in particolare il coinvolgimento delle parti sociali nella riforma del regime di disoccupazione e pensionistico e nella transizione verso un'economia più sostenibile e meno dipendente dai combustibili fossili. Mentre in paesi come il Belgio, la Francia, i Paesi Bassi e la Spagna i sindacati hanno partecipato al processo di riforma pensionistica, in altri il ruolo delle parti sociali è stato minimo, il che ha generato conflitti. Per quanto riguarda il cambiamento climatico, la relazione rileva che le attività delle parti sociali in questo settore si intensificano e che il loro ruolo di sostegno all'agenda verde è sempre più incisivo.

giovedì 11 aprile 2013

Passi avanti nella lotta contro l'abbandono scolastico e nella diffusione dell'istruzione superiore, ma sempre più spesso i maschi restano indietro

Secondo i dati più recenti pubblicati oggi da Eurostat per il 2012, la maggior parte degli Stati membri dell'UE ha compiuto passi avanti nel raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 nel campo dell'istruzione: riduzione del tasso di abbandono scolastico al di sotto del 10% e aumento al di sopra del 40% della percentuale di giovani in possesso di qualifiche dell'istruzione superiore (terziaria o equivalente) entro il 2020. Permangono, tuttavia, profonde disparità tra uno Stato membro e l'altro e tra maschi e femmine. Attualmente la percentuale di abbandono scolastico tra i giovani è in media del 12,8% nell'UE, in calo rispetto al dato del 13,5% registrato nel 2011. Nel 2012, erano il 35,8% le persone di età compresa tra i 30 e i 34 anni nell'UE ad aver completato l'istruzione terziaria, contro un 34,6% l'anno precedente.
Androulla Vassiliou, Commissaria europea responsabile per l'Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, ha dichiarato: "I passi avanti compiuti nel raggiungimento dei nostri obiettivi in materia di istruzione sono un messaggio positivo in un periodo di incertezza economica. In futuro i posti di lavoro richiederanno qualifiche di livello più elevato e questi dati indicano che un maggior numero di giovani è deciso a sviluppare appieno le proprie potenzialità. Constatiamo anche che stanno dando frutti gli sforzi volti a migliorare i sistemi di istruzione dell'UE e ad accrescerne l'accessibilità. Auspico che gli Stati membri, in particolare quelli che non hanno realizzato passi avanti o i cui risultati sono stati peggiori che nell'anno precedente, proseguano nell'impegno in modo che si possano conseguire gli obiettivi fissati per il 2020. Li invito a intensificare gli sforzi e a seguire i numerosi esempi di buone pratiche."
Dodici Stati membri (Austria Repubblica ceca, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Svezia) hanno ormai tassi di abbandono scolastico inferiori all'obiettivo fissato dalla strategia Europa 2020 al 10% e l'Irlanda ha raggiunto per la prima volta questo traguardo. Spagna (24,9%), Malta (22,6%) e Portogallo (20,8%) sono i paesi dove si registrano i più alti tassi di abbandono scolastico, ma va detto che rispetto al 2011 sono stati compiuti passi avanti. In Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia e nel Regno Unito il tasso di abbandono scolastico è diminuito di almeno un punto percentuale, mentre è cresciuto in Bulgaria, a Cipro, nella Repubblica ceca, in Ungheria, Lussemburgo, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Svezia.
Nel 2012, in 12 Stati membri (Belgio, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Regno Unito) la percentuale di persone tra i 30 e i 34 anni in possesso di un diploma di istruzione superiore si collocava al di sopra dell'obiettivo della strategia Europa 2020, fissato al 40%. L'anno prossimo si prevede che questa soglia del 40% venga superata dalla Polonia e dalla Slovenia. La percentuale di giovani con una qualifica dell'istruzione superiore resta bassa in Italia (21,7%), Slovacchia (23,7%), Romania (21,8%), Malta (22,4%), Repubblica ceca (25,6%) e Portogallo (27,2%). Preoccupa il fatto che il già basso tasso di completamento dell'istruzione terziaria della Bulgaria (26,9%) abbia subito un calo nel 2012.
Nel complesso i dati per le femmine sono migliori: tra loro il tasso di abbandono scolastico è inferiore del 24% a quello dei maschi. La maggiore differenza riguarda Cipro (+ 58%), la Lettonia (+ 57%), il Lussemburgo (+ 57%) e la Polonia (+ 55%), dove il tasso di abbandono scolastico dei maschi è oltre il doppio rispetto a quello delle femmine. Va aggiunto che la probabilità del completamento dell'istruzione superiore è del 27% superiore tra le femmine. Il divario di genere più accentuato si registra in Lettonia (+ 85%), Estonia (+ 79%), Slovenia (+ 68%) e Bulgaria (+ 67%).
Contesto
I dati sono stati elaborati da Eurostat nel quadro dell'indagine sulle forze di lavoro dell'UE, che fornisce dati sulla situazione e sull'andamento del mercato del lavoro dell'UE, anche per quanto riguarda la partecipazione ai sistemi di istruzione e di formazione e i livelli educativi raggiunti.
Il tasso di abbandono scolastico è definito come la percentuale della popolazione di età compresa tra i 18 e i 24 anni che ha terminato soltanto l'istruzione secondaria inferiore o possiede un livello di istruzione ancora più basso e non partecipa più al sistema di istruzione o formazione. Il livello di istruzione superiore (terziaria) è calcolato come la percentuale della popolazione di età compresa tra i 30 e i 34 anni che ha completato l'istruzione terziaria (o equivalente).
Prossime tappe
Gli Stati membri hanno convenuto, nella riunione del Consiglio del febbraio 2013, di concentrarsi sul miglioramento dei risultati dei giovani ad alto rischio di abbandono scolastico precoce e in possesso di scarse abilità di base, obiettivo questo che può essere realizzato, ad esempio, individuando tempestivamente i soggetti interessati nel sistema dell'istruzione e fornendo loro un sostegno personalizzato.
Il mese prossimo la Commissione europea valuterà le misure adottate dagli Stati membri per il concreto conseguimento degli obiettivi principali della strategia Europa 2020 per la crescita e l'occupazione. Potrà anche proporre raccomandazioni specifiche per paese.
La Commissione riferirà inoltre sugli ultimi sviluppi in tema di abbandono scolastico e di diffusione dell'istruzione terziaria nella prossima relazione di monitoraggio del settore dell'istruzione e della formazione (autunno 2013).

mercoledì 10 aprile 2013

A sostegno di Single seat campaign

Il Parlamento europeo deve fare ogni mese  440km di trekking dalla sua "casa" di Bruxelles per riunirsi a Strasburgo, nonostante il fatto che il 78% dei parlamentari europei desidera che a questo sia messo fine.

Il problema consiste nel fatto che è scritto nei trattati che il parlamento europpeo si debba riunire a Strasburgo.


Noi ci chiediamo: perche' gli Stati membri dell'UE possono non rispettare i trattati riducendo il numero di volte che essi sono tenuti a riunirsi a Lussemburgo?

con Single Seat ci faremo sentire forte!!!!

Non e' che si e' svogliati, ma e' per tagliare i costi ridicoli di questa pratica e abbattere le emissioni di CO2 

http://www.europeanvoice.com/article/imported/no-love-for-luxembourg-/76825.aspx

Verifica della Commissione europea su alcune commissioni applicate da Mastercard

La Commissione europea ha avviato una procedura formale per verificare se Mastercard ostacoli, in violazione delle norme antitrust comunitarie, la concorrenza nello Spazio economico europeo (SEE) nel mercato delle carte di pagamento,


La Commissione teme che alcune commissione interbancaria e pratiche correlate attuate da MasterCard possano risultare anticoncorrenziali.

Le carte di pagamento sono di importanza cruciale in tutto il mercato interno dell'Unione Europea, in particolare per gli acquisti trasfrontalieri o online, su Internet quindi. I consumatori e le imprese europee
ogni anno effettuano più del 40% dei loro pagamenti non in contanti ma con carta. E 'quindi una priorità per la Commissione europea per evitare distorsioni della concorrenza attuate attraverso  accordi sulle tariffe interbancarie e su altre condizioni applicabili ai consumatori.  

Nel 2007, la Commissione ha già vietato alcune commissioni interbancarie di MasterCard attualmente sta ponendo sotto la lente di ingrandimento alcune pratiche legate alle carte di credito Visa.

martedì 9 aprile 2013

"Piu' potere ai parlamenti" la richiesta del vice presidente del Parlamento europeo al G20

I parlamenti dovrebbero avere un ruolo più importante nelle negoziazioni dei trattati internazionali.

Queste le parole del vicepresidente del PE Othmar Karas durante il quarto G20 annuale in Messico del 3-5 aprile. All'ordine del giorno: rilancio economico, riforma del sistema finanziario e lotta alla corruzione.

La cooperazione a livello globale e una governance economica solida eviteranno la recessione economica e i potenziali effetti disastrosi, ha dichiarato Othmar Karas, responsabile delle relazioni con le istituzioni internazionali.
In questo contesto "i parlamenti dovrebbero poter influenzare maggiormenti i fenomeni della globalizzazione" contribuendo così a una maggiore rappresentanza dei cittadini.

Il prossimo incontro avrà luogo in Russia, che sarà alla presidenza dopo il Messico.

Azione per il clima: la Commissione europea incoraggia l'industria a diffondere le migliori pratiche in materia di clima

Lunedì 8 aprile 2013 alcuni rappresentanti dell'industria e del settore pubblico di 10 Stati membri si sono recati in Danimarca per visitare delle aziende innovative in materia di efficienza energetica.
Questo viaggio di studio è il primo di una serie di eventi organizzati da portatori di interessi a sostegno della campagna della Commissione a favore dell'azione per il clima "Un mondo come piace a te". Dal suo avvio in ottobre scorso oltre 150 partner hanno aderito alla campagna in qualità di partner e sostenitori. Nei prossimi mesi alcuni di loro organizzeranno conferenze, mostre e eventi analoghi per condividere le migliori pratiche e informare su come sia possibile associare il rafforzamento dell'azione per il clima ai vantaggi economici e al miglioramento della qualità della vita.
Questo viaggio "Impegnati nella produzione a basso consumo energetico" è organizzato dalla Confederazione delle industrie danesi a sostegno della campagna della Commissione europea "Un mondo come piace a te" che si incentra su soluzioni definite "senza rimpianti" in cui vantaggi economici e azione per il clima procedono di pari passo.
"La vera sfida in materia di clima è l'applicazione delle soluzioni già note alla velocità necessaria. Per questa ragione occorre assolutamente diffondere le buone pratiche e evitare che tutti si impegnino a reinventare la ruota" ha dichiarato Connie Hedegaard, Commissaria per l'Azione per il clima che parteciperà a parte del viaggio.
Questo viaggio ha previsto la visita di imprese di vari settori, da quello alimentare a quello di componenti industriali, dimostrando in questo modo che i vantaggi economici derivanti dall'efficienza energetica offrono potenzialità per tutti i tipi di imprese.
Un esempio è costituito da Grundfos, una delle imprese che ha accolto i partecipanti e fatto visitare il suo sito di produzione. Uno dei più importanti produttori mondiali di pompe, Grundfos vanta un fatturato annuo di 3 miliardi di euro. Dal 2008 l'impresa ha ridotto le emissioni legate ai processi produttivi di oltre l'11% grazie a progetti incentrati sull'efficienza energetica per un totale di oltre 14 000 tonnellate. Nello stesso periodo il fatturato è aumentato di circa il 20%. Solo in Danimarca, si calcola che l'impresa risparmi circa 2,5 milioni di EUR l'anno grazie all'efficienza energetica.
"Per noi, l'efficienza energetica non è solo una questione di sostenibilità ma anche di redditività. Risparmiando energia e emissioni di CO2, riduciamo anche i nostri costi di produzione. In questo modo abbiamo migliorato i profitti e il margine di competitività. In fin dei conti è solo una questione di buon senso" ha dichiarato l'amministratore delegato della Grundfos, Carsten Bjerg.
La campagna "Un mondo come piace a te"
Dall'avvio nell'ottobre 2012 la campagna ha attirato più di 20 000 follower sui media sociali e oltre 150 partner ufficiali tra cui autorità pubbliche, organizzazioni non governative, rappresentanti del mondo universitario e imprese. L'intento è far conoscere le soluzioni, efficienti rispetto ai costi, esistenti per conseguire l'obiettivo dell'UE di una riduzione dell'80-95% delle emissioni di gas serra entro il 2050, nonché incoraggiare la ricerca di nuove soluzioni.
L'iniziativa "Impegnati nella produzione a basso consumo energetico"
I partecipanti al viaggio studio rappresentano 17 organizzazioni tra cui imprese private, associazioni industriali, gruppi di riflessione e enti pubblici.
I partecipanti provengono da 10 Stati membri, tra cui Germania, Francia, Spagna, Polonia, Bulgaria, Lituania, Svezia e Finlandia.
A parte il produttore di pompe Grundfos, i partecipanti visiteranno l'industria agroalimentare Danish Crow e Saint-Gobain ISOVER che sviluppa e produce soluzioni di isolamento innovative e sostenibili.

Dalla Commissione Europea, 8 milioni di Euro per risanare edifici pubblici e migliorare la rete di teleriscaldamento e distribuzione dell'energia

SINFONIA: un acronimo che risuona in maniera quanto mai musicalmente lieta per la città di Bolzano. SINFONIA è infatti il nome di un progetto che consentirà di risanare gli edifici e migliorare la rete di teleriscaldamento e di distribuzione dell'energia in otto isolati della zona sud-ovest di Bolzano grazie ai fondi messi a disposizione dalla Commissione Europea.
Una cifra importante; complessivamente 27 milioni di Euro, (di cui 8 per Bolzano) da utilizzare con Innsbruck (città partner) nei prossimi 5 anni. Soldi che serviranno a ristrutturare da un punto di vista di efficienza ambientale, circa 36.500 mq di alloggi pubblici. Grazie a questo intervento, che verrà replicato in alcune aree di Innsbruck, i due capoluoghi potranno vantare quartieri ad altissima efficienza energetica entrando a far parte della rosa delle "città intelligenti" europee. Gli 8 milioni destinati a Bolzano serviranno a EURAC, Comune di Bolzano, Istituto per l'edilizia sociale (IPES), Agenzia CasaClima e Società elettrica altoatesina (SEL) per ridurre del 40 per cento il consumo di energia primaria e aumentare del 20 l'impiego di fonti rinnovabili. Si tratta del più ingente finanziamento mai arrivato in Alto Adige dall'Europa per un progetto di ricerca.
Stamane all'Eurac alla presenza degli assessori all'Urbanistica Maria Chiara Pasquali e all'Ambiente Patrizia Trincanato la presentazione dell'iniziativa. Gli edifici dei quartieri della zona sud-ovest di Bolzano interessati dal progetto SINFONIA saranno teleriscaldati, avranno involucri e infissi di ultima generazione e impianti fotovoltaici integrati in facciata; una rete di teleriscaldamento intelligente riuscirà a prevedere il carico di energia termica per riscaldare gli ambienti in tutti i momenti della giornata e della stagione. In apposite isole del quartiere l'amministrazione installerà dei sensori per rilevare il meteo, la qualità dell'aria e il traffico, e qui i cittadini potranno ricaricare i loro veicoli elettrici.
Comune e IPES hanno selezionato gli isolati su cui intervenire e nel corso del progetto il Comune di Bolzano si occuperà di assegnare e dirigere tutti i lavori di risanamento. Per l'Agenzia CasaClima il progetto è l'occasione per testare il nuovo protocollo CasaClima R che fornisce delle linee guida per ottimizzare il risanamento degli edifici. Il ruolo di SEL con la affiliata Ecotherm è invece legato agli interventi sulla rete di teleriscaldamento. L'EURAC coordina l'azione a livello provinciale e la supporta dal punto di vista scientifico. I ricercatori dell'Istituto per le Energie Rinnovabili dell'EURAC affiancheranno il Comune nella pianificazione delle opere di risanamento e nella definizione dei criteri per l'assegnazione dei lavori. Si occuperanno inoltre di monitorare le prestazioni degli edifici e delle soluzioni adottate anche una volta conclusa la messa in opera.
"Grazie a questa iniziativa - ha affermato l'Assessore all'Urbanistica Maria Chiara Pasquali, - Bolzano diventa il banco di prova per un innovativo modello per il risanamento delle città. Per noi è davvero una grande soddisfazione. Insieme ai nostri
partner del mondo della ricerca e dell'industria lavoriamo a un modello replicabile in numerosi centri urbani: interveniamo infatti su complessi di edilizia sociale di grandi dimensioni che si ritrovano con caratteristiche analoghe in numerose città europee. Vuol dire che le nostre politiche rispetto alla riqualificazione energetica, al piano CO2, alle energie rinnovabili, al risparmio energetico in una città che punta sull'ambiente, trovano ora corrispondenza anche in un concreto ed importante investimento economico. Credo che con questo progetto abbiamo la possibilità di ristrutturare un grande patrimonio pubblico di edilizia agevolata. Ringrazio davvero chi ha creduto e fatto sì che il progetto SINFONIA potesse premiare proprio Bolzano".
Anche l'Assessore all'Ambiente Patrizia Trincanato ha espresso grande soddisfazione "per il risultato ottenuto grazie a questo progetto e per il quale voglio ringraziare tutti i protagonisti di SINFONIA. Questa volta non parliamo del libro dei sogni, ma di un concreto progetto di riqualificazione sostenuto dalla Commissione Europea. Un sogno che dunque diventa realtà. Un risultato che arriva non a caso a premiare Bolzano ed Innsbruck, due città alpine hanno compreso molto tempo fa, la situazione di emergenza per quanto riguarda l'energia e la sostenibilità ambientale. Abbiano investito con in nostri partner molto per raggiungere risultati importanti da questo punto di vista. Di questo sono particolarmente felice".
Daniele Vettorato, ricercatore dell'EURAC coordinatore del l'azione a livello provinciale ha sottolineato che: "La particolarità del progetto Sinfonia è che non ci si ferma alla ricerca: oltre a finanziare il lavoro di noi ricercatori e dei progettisti, i fondi europei serviranno a realizzare gli interventi edilizi, ad allacciare nuovi edifici alla rete di teleriscaldamento, a costruire le isole in cui i cittadini potranno interagire con l'amministrazione".
Wolfram Sparber, presidente di SEL e direttore dell'Istituto per le Energie Rinnovabili dell'EURAC ha spiegato che: "Questo progetto rappresenta un'importante opportunità di sviluppo per la rete di teleriscaldamento di Bolzano: sono già in previsione un ampliamento della rete esistente e il suo rinnovamento tecnologico. Grazie a questo progetto l'intervento sarà realizzato con il supporto della ricerca scientifica. Il miglioramento della rete riguarderà la distribuzione dell'energia, l'impiego di sensori intelligenti e di avanzate tecnologie di comunicazione tra utenti e fornitori. L'obiettivo è realizzare una 'rete intelligente' che faccia incontrare domanda e offerta, rispondendo in modo ottimale ai picchi di calore. Per migliorare ulteriormente l'efficienza energetica complessiva, intendiamo inoltre impiegare il calore di scarto delle attività industriali" :

"Il progetto Sinfonia ha diversi punti di eccellenza: la collaborazione tra ricerca e pubblica amministrazione orientata ai bisogni concreti dei cittadini, ma anche la sinergia tra Bolzano e Innsbruck, due città simili dal punto di vista geografico e climatico, ma amministrate da ordinamenti diversi. È inoltre un'iniziativa che si inquadra perfettamente nella cornice del Corridoio verde del Brennero sostenuto dall'Euregio, il progetto con cui le province di Bolzano, Trento e il Land Tirolo si impegnano sia sul fronte delle politiche ambientali per ridurre il traffico, sia sul fronte delle politiche energetiche",  ha commentato Stephan Ortner, direttore dell'EURAC.
"L'Agenzia CasaClima testerà nel progetto il nuovo protocollo CasaClima R che detta le linee guida per un risanamento ottimale degli edifici esistenti sia per efficienza, che per risparmio. Allo stesso tempo accompagnerà lo sfruttamento del bonus cubatura per il risanamento energetico" ha sottolineato Ulrich Santa direttore dell'Agenzia CasaClima.
Fonte: Comune di Bolzano

lunedì 8 aprile 2013

Islanda e fase d'adesione alla Ue. Stato dell'arte

Il Commissario per l'allargamento e la politica europea di vicinato Štefan Füle ha incontrato il Ministro degli Esteri islandese Ossur Skarphédinsson a Bruxelles oggi per discutere lo stato dell'avanzamento dei lavori e delle relazioni Ue-Islanda.

Hanno esaminato i progressi compiuti finora nei negoziati di adesione all'UE in cui 27 capitoli sono stati già aperti, di cui 11 sono stati provvisoriamente chiusi, e apprezzato il dialogo costruttivo nel processo. Inoltre, hanno accolto con favore i negoziati in materia di sicurezza alimentare,  di questioni veterinarie e fitosanitarie. Il Commissario ha espresso piena comprensione per la sensibilità d'Islanda riguardo l'importazione di animali, tenendo presente le sue specificità geografiche, veterinarie e fitosanitarie.

Commissario Füle ha aggiunto che molto lavoro era già stato fatto nel processo di adesione, e ha ribadito che la Commissione europea e' pronta a proseguire il lavoro con il governo islandese dopo le elezioni.  



Barnier incontra il Segretario del Tesoro USA

Si sono incontrati oggi, il Segretario del Tesoro USA, Jacob J. Lew e il commissario europeo Michel Barnier. Hanno  ribadito la loro ferma determinazione a cooperare per rafforzare il sistema finanziario, assicurando  parità di condizioni, il famoso level playing field, minimizzando i conflitti e, sovrapposizioni normative, e sostenendo il principio di non discriminazione. 

In particolare, hanno esaminato i progressi compiuti  rispetto agli impegni di regolamentazione finanziaria assunti  in ambito G-20 e concordato l'importanza di una forte cooperazione tra USA e Ue nell'attuare Basilea III, il quadro per la regolamentazione dei mercati dei derivati​​, e la gestione delle crisi e degli strumenti di risoluzione delle crisi stesse.  

Il Commissario Barnier ha reso noto l'intenzione dell'Ue  di andare avanti con il meccanismo unico di vigilanza e la creazione di una forte Unione Bancaria. Il segretario Lew, sottolineando il suo sostegno agli sforzi europei ha anche reso noto gli sforzi continui degli Stati Uniti per attuare la riforma finanziaria.

Entrambi sono impegnati nella realizzazione delle riforme e nella promozione di una maggiore convergenza e coerenza dei mercati finanziari statunitensi ed europei. Hanno, infine, convenuto di mantenersi in stretto contatto rafforzare il dialogo normativo tra gli Stati Uniti e l'Unione europea.

27milioni di Euro per assicurare servizi di base per i cittadini del Darfur

Il Commissario europeo per lo svilupp, Andris Piebalgs, ha reso noto oggi che 27.500.000 € saranno donati per sostenere l'accesso per i cittadini del Darfur ai servizi di base (come l'istruzione e la sanità), nonché per migliorare la gestione delle risorse idriche e l'agricoltura in Darfur, regione occidentale del Sudan. Il finanziamento è stato annunciato da parte dell'Unione europea nel corso della Conferenza internazionale dei donatori per il Darfur, che si e' tenuta a Doha dal 7 al 8 aprile.




Piebalgs ha dichiarato: "L'UE è fermamente impegnata nel sostenere una pace duratura per il popolo del Darfur, tuttavia, rimaniamo profondamente preoccupati per la lenta attuazione del DDPD (Doha Document for Peace in Darfur), il che comporta una crescente insicurezza in alcune parti del Darfur e restrizioni per gli aiuti. Ci auguriamo che tutte le parti in conflitto colgano l'occasione per privilegiare il dialogo politico rispetto allo scontro armato.

 

Il commissario Piebalgs ha aggiunto: "Chiediamo al governo sudanese e tutte le parti interessate a proseguire i loro sforzi volti a migliorare l'ambiente in cui operano gli operatori umanitari e attuare pienamente la DDPD per consentire un nuovo slancio allo sviluppo."

L'UE sostiene già la pace e la sicurezza nella regione attraverso i contributi da parte degli Stati membri al bilancio dell'Unione africana-Missione delle Nazioni Unite in Darfur (UNAMID). L'UE è inoltre uno dei principali donatori di aiuti umanitari nel Darfur ed è desiderosa di continuare ad assistere la popolazione del Darfur.

giovedì 4 aprile 2013

La Commissione europea lancia oggi il secondo bando per presentare proposte nell'ambito del NER300, il programma di investimento per innovative low-carbon technologies

La Commissione europea ha lanciato ieri il secondo bando per presentare proposte nell'ambito del programma NER300. Questo programma di finanziamento promuove tra altre cose le tecnologie per le energie rinnovabili . Si tratta di uno strumento fondamentale per combattere il cambiamento climatico e stimolare la crescita in modo sostenibile nonche' posti di lavoro nel settore dell'energia.Azione per il clima Commissario Connie Hedegaard ha dichiarato: 'Con il lancio di oggi, l'UE continua il suo forte a sostegno delle imprese europee chestanno sviluppando le tecnologie necessarie per affrontare il cambiamento climatico.'Gli Stati membri dispongono di tre mesi per raccogliere le proposte di finanziamento da società interessate, e li trasmette alla Banca europea per gli investimenti.
Nell'ambito del primo bando, oltre € 1200000000 di finanziamento è stato assegnato a 23 progetti innovativi delle energie rinnovabili in 16 Stati membri, compresi i paesi che si trovano attualmente in difficoltà economica e di bilancio. Il finanziamento farà leva su ulteriori € 2 miliardi di investimenti privati ​​e potrebbero aggiungere migliaia di posti di lavoro nell'UE.

mercoledì 3 aprile 2013

Iniziativa legislativa dei cittadini europei


Partecipazione e' la parola d'ordine! Dall'1 aprile 2012 il diritto d'iniziativa dei cittadini europei consente ad un milione di cittadini europei di prendere direttamente parte alle politiche dell'UE, invitando la Commissione europea a presentare una proposta legislativa. Tutto questo non e' un pesce d'aprile!

14 iniziative sono state registrate fino ad ora e sono legate alla nostra vita quotidiana, per esempio quella sui costi dei cellulari in Europa o quella che vuole abbassare a 30 km/h la velocità delle macchine nei centri urbani. Altre coinvolgono le azioni dell'UE sulle politiche climatiche.




"Mi felicito per il fatto che la maggioranza delle iniziative dei cittadini registrate dalla Commissione sono state proposte da semplici cittadini piuttosto che da gruppi della società civile. Mostra che il senso di appartenenza allo spazio pubblico europeo sta crescendo!" ha indicato il deputato di centro destra Alain Lamassoure.

Zita Gurmai, deputata socialista ungherese, ha sottolineato: "Raccogliere firme dovrebbe essere più facile, sia per gli organizzatori che per i cittadini. Per questo, abbiamo bisogno di uno strumento semplice, economico e sicuro per il web".

Marchi: la Commissione propone di semplificare l'accesso e di rendere più efficace la protezione


La Commissione europea ha presentato un pacchetto di iniziative per rendere meno costosi, più rapidi, più affidabili e più prevedibili i sistemi di registrazione dei marchi nell'Unione europea. La riforma proposta migliorerà le condizioni per l'innovazione delle imprese e permetterà di fruire di una protezione più efficace dei marchi dalle contraffazioni, compresi i prodotti contraffatti in transito attraverso il territorio dell'UE.
Per quanto riguarda le tasse, la Commissione propone di differenziare le tasse in funzione della classe di prodotto sia per le domande di marchio comunitario che per le domande di marchio nazionale. Si consentirà in tal modo alle imprese, in particolare alle PMI, di chiedere la protezione conferita dal marchio che meglio risponde alle loro effettive esigenze commerciali, ad un costo che copre unicamente dette esigenze. Nel sistema attuale, la tassa di registrazione del marchio permette di coprire fino a tre classi di prodotto, mentre nel sistema riveduto ci si potrà limitare ad una sola. A livello dell'UE le imprese pagheranno quindi molto meno se vogliono ottenere la protezione di un'unica classe di prodotti.
Michel Barnier, Commissario per il Mercato interno e i servizi, ha dichiarato: "I marchi sono stati il primo successo dell'UE in materia di diritti di proprietà intellettuale. L'armonizzazione della legislazione degli Stati membri nel 1989 e la creazione del marchio comunitario nel 1994 hanno spianato la strada all'adozione di altri strumenti di tutela della proprietà intellettuale, quali la protezione dei disegni e dei modelli e il brevetto unitario. Oggi, a 20 anni di distanza, è con orgoglio che posso affermare che il nostro sistema dei marchi ha retto alla prova del tempo. Non è necessaria una revisione radicale: le basi del nostro sistema sono ancora perfettamente valide. Quello che vogliamo è un aggiornamento mirato, per rendere più facile, più economica e più efficace la protezione dei marchi.".
Per rendere i sistemi dei marchi in Europa più accessibili e più efficienti per le imprese, in modo da promuovere l'innovazione e la crescita, la revisione proposta mira a:
  • semplificare e armonizzare la procedura di registrazione, anche a livello degli Stati membri, prendendo come parametro di riferimento il sistema del marchio comunitario;
  • modernizzare le vigenti disposizioni e accrescere la certezza del diritto modificando le disposizioni obsolete, eliminando le ambiguità, chiarendo la portata e i limiti dei diritti conferiti dal marchio e incorporando l'ampia giurisprudenza della Corte di giustizia;
  • potenziare i mezzi di lotta contro la contraffazione dei prodotti in transito attraverso il territorio dell'UE;
  • facilitare la cooperazione tra gli uffici dei marchi degli Stati membri e l'agenzia dell'Unione europea competente per i marchi, l'Ufficio per l'armonizzazione nel mercato interno (UAMI), per promuovere la convergenza delle pratiche e sviluppare strumenti comuni.
Il pacchetto proposto contiene tre iniziative:
  • la rifusione della direttiva del 1989 (ora codificata come 2008/95/CE) sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di marchi d'impresa;
  • la revisione del regolamento del 1994 (ora codificato come 207/2009/CE) sul marchio comunitario;
  • la revisione del regolamento della Commissione del 1995 (2869/95) relativo alle tasse da pagare all'UAMI.
La rifusione della direttiva e la revisione del regolamento sul marchio comunitario sono proposte legislative che dovranno essere adottate dal Parlamento europeo e dal Consiglio secondo la procedura di codecisione. La proposta di revisione del regolamento relativo alle tasse seguirà un iter diverso: sarà adottata dalla Commissione come atto di esecuzione e richiede pertanto la previa approvazione del competente comitato per le questioni relative alle tasse dell'UAMI. La prima riunione del comitato avrà luogo prima dell'estate. L'obiettivo è quello di adottare la modifica del regolamento relativo alle tasse entro la fine dell'anno.

martedì 2 aprile 2013

Concentrazione di imprese: Countryside Properties

La Commissione europea ha concesso l'autorizzazione ai sensi del regolamento UE sulle concentrazioni, per l'acquisizione di Countryside Properties da parte del Gruppo Oaktree Capital degli Stati Uniti. Countryside Properties è attiva nello sviluppo immobiliare, costruzione di immobili residenziali riqualificazione urbana, soprattutto nel Regno Unito. Oaktree Capital Group e' gestore di investimenti con interessi in un certo numero di imprese che operano nel settore immobiliare e delle costruzioni, tra cui Countrywide, Pegasus Case di Riposo, Knightsbridge Student Housing Ltd. e Titlestone Property Finance Ltd.

Eurostat: disoccupazione in aumento nella Zona Euro e in UE-27

I dati di oggi portano come immaginato brutte notizie: Nell'Euro zona (EA17) il tasso di disoccupazione destagionalizzato si assesta al12,0% nel mese di febbraio 2013, rimanendo stabile rispetto a gennaio.  

Il tasso di disoccupazione nell'UE-27 è del 10,9%, in aumento dal 10,8% del mese precedente. In entrambe le zone, i tassi sono aumentati notevolmente rispetto a febbraio 2012, quando invece si assestavano rispettivamente sul 10,9% e 10,2% . 

Eurostat stima che 26,338 milioni gli uomini e  donne nella UE, di cui 19.071.000 nella zona euro, erano disoccupati nel mese di febbraio 2013.  

Rispetto a gennaio 2013, il numero di disoccupati è aumentato di 76 000 nel'UE-27 e di 33 000 nella zona euro. 


Rispetto a febbraio 2012, la disoccupazione è aumentata di 1,805 milioni nella UE-27 e di 1,775 milioni nella zona euro.