sabato 30 marzo 2013

Catherine Ashton per un commercio delle armi piu' responsabile

L'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza nonche' Vice
Presidente della Commissione, Catherine Ashton, si e' dichiarata insoddisfatta del fatto che la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio delle armi (ATT), non è riuscita ad adottare questo nuovo strumento internazionale volto a rendere il commercio di armi convenzionali più responsabile e trasparente.  Ha auspicato inoltre che l'Assemblea generale delle Nazioni Unite agisca rapidamente.

 
L'ATT ha un enorme potenziale per contribuire alla pace, sicurezza e stabilità ed è un obiettivo che la comunità internazionale ha l'obbligo di perseguire.


 

Catherine Ashton ha concluso affermando che "L'UE ha svolto un ruolo importante in tutto il processo di negoziazione e rimane determinata ad assicurare un trattato sul commercio delle armi il più presto possibile. "

venerdì 29 marzo 2013

Accordo sulla direttiva per la protezione dei lavoratori dai rischi potenziali connessi ai campi elettromagnetici.

La Presidenza irlandese ha ottenuto un significativo accordo sulla direttiva per la protezione dei lavoratori dai rischi potenziali connessi ai campi elettromagnetici.
L'accordo e' stato raggiunto in un trilogo tra Consiglio dell'Unione europea, il Parlamento europeo e la Commissione europea. La direttiva  stabilisce i requisiti per la salute e la sicurezza in relazione all'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dai campi elettromagnetici.I Ministri degli Stati membri aveva già concordato l'impostazione generale durante le riunioni del Consiglio dello scorso ottobre.

giovedì 28 marzo 2013

Quadro di valutazione UE della giustizia: la Commissione europea amplia la portata dell’analisi sui sistemi giudiziari degli Stati membri

La Commissione europea ha presentato oggi un nuovo strumento comparativo destinato a promuovere l’efficacia dei sistemi giudiziari nell’Unione europea e quindi a rafforzare la crescita economica. Il “quadro di valutazione europeo della giustizia” fornirà dati oggettivi, affidabili e comparabili sul funzionamento dei sistemi giudiziari nei 27 Stati membri dell’UE. Il miglioramento della qualità, dell’indipendenza e dell’efficienza dei sistemi giudiziari rientra già nel processo di coordinamento della politica economica dell’Unione nell’ambito del semestre europeo, finalizzato a gettare le basi per un ritorno alla crescita e alla creazione di posti di lavoro.
L’attrattiva di un paese come luogo in cui investire e fare impresa è indubbiamente maggiore se il sistema giudiziario è indipendente ed efficiente”, ha dichiarato Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria UE per la Giustizia. “Per questo motivo è importante che le decisioni delle autorità giudiziarie siano prevedibili, tempestive ed esecutive, e che le riforme nazionali dei sistemi giudiziari siano una componente strutturale essenziale della strategia economica dell’UE. Il nuovo quadro di valutazione europeo della giustizia fungerà da sistema di allarme rapido e servirà all’Unione e agli Stati membri per garantire una giustizia più effettiva al servizio dei cittadini e delle imprese”.
Olli Rehnm, Vicepresidente e Commissario per gli Affari economici e monetari e l’euro, ha dichiarato: “Una giustizia di qualità, indipendente ed efficiente è essenziale ad un contesto imprenditoriale favorevole alla crescita. Il nuovo quadro di valutazione contribuirà a rafforzare i sistemi giuridici degli Stati membri, spronandoli a stimolare gli investimenti e l’occupazione”.
L’efficacia dei sistemi giudiziari è fondamentale per la crescita: l’affidamento sul pieno rispetto dello Stato di diritto si traduce direttamente in fiducia ad investire. Inoltre, poiché i giudici nazionali svolgono un ruolo essenziale nel garantire il rispetto del diritto dell’Unione, l’efficacia dei sistemi giudiziari nazionali è altrettanto fondamentale per l’effettiva attuazione del diritto dell’Unione. Le carenze dei sistemi giudiziari nazionali, quindi, non solo sono un problema per lo Stato membro interessato, ma possono anche influire sul funzionamento del mercato unico europeo e sull’attuazione dei relativi strumenti fondati sul riconoscimento reciproco e la cooperazione, mettendo a repentaglio la tutela che i cittadini e le imprese si aspettano dall’esercizio dei loro diritti sanciti a livello dell’UE.
Il quadro di valutazione della giustizia 2013 è incentrato sui parametri di un sistema giudiziario che contribuisca al miglioramento delle condizioni in cui operano le imprese e gli investitori. In particolare esamina gli indicatori di efficienza che riguardano le cause civili e commerciali e che hanno una rilevanza ai fini della soluzione del contenzioso commerciale. Analizza altresì il lavoro dei tribunali amministrativi, dato l’importante ruolo che svolge la giustizia amministrativa in un contesto imprenditoriale, per esempio per quanto riguarda il rilascio di licenze o le vertenze con le autorità fiscali o con le autorità nazionali di regolamentazione.
I risultati principali del primo quadro di valutazione sono i seguenti:
  • la durata dei procedimenti giudiziari varia notevolmente tra gli Stati membri: in un terzo di questi, essa è almeno doppia rispetto a quella della maggioranza degli Stati membri. I problemi possono aggravarsi quando un tasso basso di cause definite porta ad un aumento del numero di cause pendenti;
  • il monitoraggio e la valutazione servono a migliorare la celerità e la qualità della giustizia. Anche se la maggior parte degli Stati membri dispone di sistemi di monitoraggio, altri presentano ancora carenze;
  • i metodi di risoluzione alternativa delle controversie, come la mediazione, riducono il carico di lavoro dei tribunali e dovrebbero essere usati più diffusamente;
  • anche la percezione dell’indipendenza dei sistemi giudiziari nazionali varia molto da uno Stato membro all’altro. Benché vari Stati membri siano tra i primi 10 paesi al mondo in termini di percezione dell’indipendenza della giustizia, in altri il livello di questo indicatore espresso dalle imprese e dagli utenti finali dei sistemi giudiziari è decisamente basso.
Prossime tappe
I problemi individuati dal quadro di valutazione di quest’anno saranno tenuti in considerazione nella preparazione delle prossime analisi specifiche per paese nell’ambito del processo del semestre europeo, sulla base di un dialogo con gli Stati membri. In taluni casi la Commissione potrà decidere di adottare a maggio raccomandazioni specifiche per paese, che verranno poi trasmesse ai capi di Stato e di governo dell’UE per approvazione al Consiglio europeo di giugno. Gli Stati membri dovranno quindi integrare tali atti di indirizzo politico nella formulazione dei rispettivi bilanci annuali così come nel resto della loro legislazione.
Sulla base del quadro di valutazione, la Commissione europea invita ora gli Stati membri, il Parlamento europeo e tutte le parti interessate a partecipare al dialogo su come continuare a migliorare i sistemi giudiziari nazionali nell’UE nell’ambito del semestre europeo. Alla riunione dell’8 marzo del Consiglio Giustizia, i ministri europei del settore hanno già avuto una discussione preliminare su come dei sistemi giudiziari efficienti possano contribuire alla crescita economica (MEMO/13/173). La Commissione intende anche aprire un dibattito più ampio sul ruolo della giustizia nell’Unione europea, partendo dalle Assises de la Justice, la conferenza di alto livello prevista per il 21-22 novembre 2013.
Contesto
Il miglioramento della qualità, dell’indipendenza e dell’efficienza dei sistemi giudiziari rientra già nel processo di coordinamento della politica economica dell’Unione nel quadro del semestre europeo. Nel 2012 sono stati individuati sei Stati membri particolarmente problematici (Bulgaria, Italia, Lettonia, Polonia, Slovenia e Slovacchia), soprattutto per quanto riguarda la durata dei procedimenti giudiziari e l’organizzazione della magistratura. Le riforme nazionali dei sistemi giudiziari fanno parte integrante anche dei programmi di aggiustamento economico della Grecia, dell’Irlanda, della Lettonia e del Portogallo.
Il quadro di valutazione europeo della giustizia è diretto a fornire in modo sistematico una panoramica del funzionamento dei sistemi giudiziari nazionali, che confluirà poi nelle raccomandazioni specifiche per paese risultanti dall’analisi annuale della crescita. Così il quadro di valutazione servirà sia all’Unione europea che agli Stati membri per garantire ai cittadini e alle imprese sistemi giudiziari più efficaci e aiuterà a rafforzare le strategie di crescita nei paesi interessati e nell’intera UE.
Il quadro di valutazione europeo della giustizia 2013 contiene dati sui tempi necessari alla definizione delle cause in giudizio, sul tasso di cause definite, sul numero di cause pendenti, sull’uso di mezzi elettronici per la gestione del contenzioso, sull’uso di metodi alternativi per la risoluzione delle controversie, sulla formazione a disposizione dei giudici e sulle risorse assegnate ai tribunali. La giustizia non deve essere solo fatta, si deve anche vedere che è fatta: il quadro di valutazione raccoglie dati anche sulla percezione dell’indipendenza dei sistemi giudiziari, sulla base di dati del World Economic Forum e del World Justice Project.
Sebbene includa un confronto tra particolari indicatori, il quadro di valutazione non ha lo scopo di presentare una graduatoria unica generale o di promuovere un tipo particolare di sistema giudiziario; sarà usato piuttosto come strumento che rispetta la diversità dei sistemi e delle tradizioni giuridiche degli Stati membri.

mercoledì 27 marzo 2013

Un Ufficio europeo di polizia piu' efficiente

La Commissione europea ha presentato oggi una proposta intesa a rendere l'Ufficio europeo di polizia (Europol) più efficace nelle attività di raccolta e analisi delle informazioni e nella condivisione di tali analisi con gli Stati membri. In tal modo Europol potrà fornire un sostegno più concreto e mirato alle autorità nazionali incaricate dell'applicazione della legge nell'ambito della cooperazione e delle indagini transfrontaliere. Al tempo stesso, grazie alla nuova proposta, Europol dovrà rendere conto in modo più esteso delle proprie attività al Parlamento europeo e ai parlamenti nazionali e la protezione dei dati personali risulterà rafforzata.
Il nuovo regolamento rafforza anche il nesso tra la formazione e il sostegno alla cooperazione operativa incorporando l'Accademia europea di polizia (CEPOL) nell'Europol e attribuendo ad Europol la competenza nel settore della formazione congiunta e dei programmi di scambio per gli agenti di polizia e il personale di altre autorità di contrasto.
«L'UE ha bisogno di un'Agenzia efficace ed efficiente in termini di costi per aiutare gli Stati membri a combattere le forme gravi di criminalità transfrontaliera e il terrorismo, a garantire la sicurezza e l'incolumità dei cittadini e a difendere l'economia lecita. Le nostre proposte sono intese a rafforzare il ruolo di Europol quale Ufficio europeo per l'attività di contrasto, intensificare la protezione dei dati personali, aumentare l'obbligo di Europol di rispondere delle proprie attività al Parlamento europeo e ai parlamenti nazionali e garantire qualità e coerenza nelle attività di formazione dedicate agli agenti che operano in prima linea», ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria UE per gli Affari interni.
Il Vicepresidente Maroš Šefčovič, Commissario per le Relazioni interistituzionali e l'amministrazione, ha affermato: "Nel difficile periodo economico e di bilancio che stiamo attraversando, tutte le istituzioni e le agenzie dell'Unione devono compiere ogni sforzo per razionalizzare le loro attività. La riforma di Europol dimostra che è possibile essere efficienti in termini di costi e parallelamente aumentare l'efficacia. L'Unione inizia con una mossa forte per attuare i propri piani volti a migliorare il funzionamento delle agenzie decentrate.".
Oggi più che mai le attività delle reti della criminalità organizzata sono complesse, diversificate e diffuse a livello internazionale. Reati gravi, come la tratta degli esseri umani, il traffico di droga e di armi da fuoco, la corruzione, le frodi concernenti le carte di pagamento, la criminalità informatica e i reati di terrorismo danneggiano gravemente le vittime, provocano danni economici su larga scala e minano il senso di sicurezza dei cittadini. Una cooperazione transfrontaliera funzionante, l'utilizzo efficiente di informazioni e analisi e un adeguato sostegno operativo alle indagini sono fondamentali affinché gli Stati membri siano in grado di rispondere a tali minacce.
La Commissione propone di rafforzare il ruolo di Europol, l'Ufficio europeo per l'attività di contrasto, con le seguenti modalità:
  1. affinché Europol possa davvero diventare la piattaforma dell'UE per lo scambio di informazioni e l'analisi sui reati gravi, il regolamento rafforza e chiarisce l'obbligo per gli Stati membri di fornire dati a Europol; è previsto anche un sostegno finanziario mirato alle indagini; Europol riferirà ogni anno sulla quantità e la qualità dei dati forniti dagli Stati membri;
  2. per consentire ad Europol di stabilire meglio i nessi tra i dati già in suo possesso e successivamente di analizzarli, sarà ripensata la struttura di trattamento dei dati dell'Agenzia: al garante europeo della protezione dei dati sarà attribuita la competenza del controllo esterno della protezione dei dati di Europol e saranno rafforzati i diritti delle persone fisiche i cui dati sono trattati da Europol;
  3. il regolamento fonde Europol e CEPOL in un'unica agenzia, che sarà ubicata presso la sede di Europol, all'Aia (Paesi Bassi), in modo da conseguire sinergie e maggiore efficienza. Combinare le conoscenze di Europol in materia di cooperazione operativa fra autorità di contrasto con l'esperienza di CEPOL nell'ambito dell'istruzione e della formazione consentirà di migliorare i collegamenti tra i due settori. Si eviteranno doppioni nelle funzioni di supporto delle due agenzie e i risparmi realizzati saranno reinvestiti in corsi di formazione. Tale risultato è reso possibile anche dall'accordo interistituzionale sulle agenzie decentrate concluso l'anno scorso. Il cosiddetto 'approccio comune' intende migliorare la coerenza, l'efficacia, la responsabilità e la trasparenza di tali agenzie, anche cercando di realizzare sinergie e fondendo gli organismi, laddove possibile;
  4. infine, per accrescere il controllo parlamentare su Europol, il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali saranno consultati sul programma di lavoro strategico pluriennale di Europol. Sia il Parlamento europeo che i parlamenti nazionali riceveranno ogni anno informazioni attraverso le relazioni annuali di attività e i conti definitivi, oltre alle valutazioni delle minacce, le analisi strategiche e i rapporti generali di situazione.
Contesto
Nel programma di Stoccolma, il Consiglio europeo ha invitato Europol ad evolvere e «diventare il punto nodale dello scambio di informazioni tra le autorità di contrasto degli Stati membri, un fornitore di servizi e una piattaforma per i servizi di applicazione della legge». Inoltre ha auspicato la creazione di regimi di formazione europea e programmi di scambio per tutti i professionisti preposti all'effettiva applicazione della legge a livello nazionale e dell'Unione.
Oggi la Commissione ha adottato:
  1. una proposta di regolamento che istituisce l'Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione e formazione in materia di contrasto (Europol) e che abroga la decisione 2009/371/GAI del Consiglio e la decisione 2005/681/GAI;
  2. una comunicazione relativa ad un regime di formazione europea sull'attività di contrasto.
Quando il nuovo regolamento sarà stato adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio, Europol assumerà la responsabilità di attuare programmi di formazione europea in materia di attività di contrasto. Il sito di Bramshill nel Regno Unito, attuale sede di CEPOL, dovrebbe essere chiuso nel corso del 2014. Le autorità britanniche hanno annunciato che tale chiusura sarà gestita in modo da non interrompere le attività di CEPOL.
Il Regno Unito e l'Irlanda possono partecipare all'adozione ed applicazione del regolamento proposto notificando per iscritto al Consiglio la loro volontà in tal senso (entro i tre mesi successivi alla presentazione al Consiglio della proposta di regolamento). La Danimarca non prende parte alle proposte a norma della parte terza, titolo V del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFEU), quali la proposta di regolamento.

Cambiamenti cliatici e energia da oggi al 2030


Oggi la Commissione europea ha fatto il primo passo verso l’istituzione di un quadro strategico unionale per le politiche in materia dim cambiamenti cliatici e energia da oggi al 2030, adottando un Libro verde che avvia una consultazione pubblica sui contenuti del quadro strategico. La Commissione ha anche pubblicato una comunicazione consultiva sul futuro della cattura e dello stoccaggio del carbonio (CCS) in Europa, al fine di avviare un dibattito sulle opzioni disponibili per garantirne uno sviluppo tempestivo, adottando inoltre una relazione in cui valuta i progressi compiuti dagli Stati membri per conseguire i loro obiettivi in materia di energie rinnovabili entro il 2020, nonché due relazioni sulla sostenibilità dei biocarburanti e dei bioliquidi consumati nell’UE.
Günther Oettinger, Commissario europeo per l’Energia, ha dichiarato: “È necessario definire il più rapidamente possibile il quadro strategico per le nostre politiche in materia di clima ed energia da oggi al 2030, in modo da garantire investimenti adeguati per una crescita sostenibile, prezzi competitivi e accessibili per l’energia e una maggiore sicurezza energetica. Il nuovo quadro strategico deve tenere conto delle conseguenze della crisi economica ed essere anche sufficientemente ambizioso per realizzare l’obiettivo a lungo termine di ridurre le emissioni dell’80-95% entro il 2050.”
Connie Hedegaard, Commissaria responsabile per l’Azione per il clima, ha dichiarato: “La dipendenza dell’Europa dai combustibili fossili provenienti dai paesi terzi aumenta ogni giorno determinando fatture energetiche sempre più care per i cittadini europei. Tutto ciò non è affatto positivo. Non è positivo per il clima ma non lo è neanche per la nostra economia e la nostra competitività. Per queste ragioni abbiamo deciso che per il 2050 auspichiamo una società europea a basse emissioni di carbonio. Abbiamo stabilito degli obiettivi per il 2020, ma per la maggior parte degli investitori il 2020 è già alle porte. È arrivato il momento di stabilire gli obiettivi per il 2030. Prima lo facciamo, maggiore sicurezza offriamo alle nostre imprese e ai nostri investitori. Più ambiziosi saranno questi obiettivi, maggiori saranno i benefici per il clima.
Libro verde sul quadro strategico per il 2030
Il Libro verde solleva una serie di domande, tra cui:
  • di che tipo, natura e livello dovrebbero essere gli obiettivi da fissare per il 2030 in materia di clima ed energia?
  • come si può ottenere coerenza tra i diversi strumenti politici?
  • in che modo il sistema energetico può contribuire alla competitività dell’UE?
  • come tenere conto delle diverse capacità degli Stati membri di agire?
La consultazione resterà aperta fino al 2 luglio. Entro la fine di quest’anno, sulla base delle opinioni espresse da Stati membri, istituzioni europee e portatori di interesse, la Commissione intende proporre un quadro strategico per il 2030 in materia di clima ed energia.
Fare chiarezza in questo ambito contribuirà a dare certezze agli investitori e a stimolare l’innovazione e la domanda di tecnologie a basse emissioni di carbonio, sostenendo in tal modo gli sforzi per costruire un’economia europea più competitiva, sostenibile e sicura in materia di energia. Il quadro strategico per il 2030 si avvarrà dell’esperienza e degli insegnamenti tratti dal precedente quadro per il 2020, indicando dove sia possibile apportare miglioramenti. Contemporaneamente, la Commissione prenderà in considerazione i cambiamenti avvenuti dal 2020, quali ad esempio quelli nel sistema energetico e nell’economia, nonché gli sviluppi della situazione internazionale.
Cattura e stoccaggio del carbonio
L’odierna comunicazione consultiva individua gli ostacoli che hanno impedito alle tecnologie CCS di svilupparsi al ritmo previsto nel 2007. Ad esempio, a causa del livello molto inferiore dei prezzi del sistema comunitario di scambi di emissioni rispetto alle aspettative iniziali, gli operatori economici non hanno alcun incentivo ad investire in tecnologie CCS.
La comunicazione prende in esame le possibili opzioni per promuovere più efficacemente una tempestiva dimostrazione e diffusione delle tecnologie CCS, e invita a presentare osservazioni sul ruolo di queste tecnologie in Europa. Le risposte alla consultazione contribuiranno al lavoro svolto dalla Commissione per la definizione del quadro strategico per il 2030.
Energie rinnovabili
La relazione sui progressi nel campo delle energie rinnovabili (FER) indica che l’attuale quadro politico basato su obiettivi giuridicamente vincolanti per le energie rinnovabili si è tradotto in una forte crescita del settore fino al 2010, con una quota di rinnovabili per l’Unione pari al 12,7%. Per continuare a progredire e conseguire gli obiettivi fissati per il 2020, saranno necessari maggiori sforzi. Occorrerà uno sforzo particolare per creare certezze per gli investitori, riducendo gli oneri amministrativi e facendo maggiore chiarezza in materia di programmazione.

lunedì 25 marzo 2013

L'altro lato della Unione europea


Durante i miei viaggi, quando mi si chiede di dove sono, rispondo europeo, se me lo si chiede in Italia, dico agnonese.

Anche io faccio parte della  tribù di Belleville. Benjamin Malaussène è il capo di questra strana famiglia fatta di fratelli e sorelle e una madre sempre in fuga ed innamorata, intorno a cui ruotano personaggi, a volte di dubbia legalità, che rappresentano il carattere multietnico di Belleville.


Oggi piu' che mai tutti si sentono disorientati. Insomma, non si capisce piu' nulla, ma l'unica certezza e' l'esistenza del signor Malaussène. «Pianga, Malaussène, pianga in modo convincente. Sia un buon capro», si sente ripetere. Egli e' un uomo buono, ma il suo problema e' che finisce sempre per sembrare responsabile di qualche misfatto.

Oggi, il germe che affligge Benjamin, che in fondo lo rende unico, ha forse colpito la sua tribu' e fortemente immerge le radici nel continente che lo ospita. Forse ha colpito anche il progetto politico che dovrebbe guidare la crescita degli apparati. Germoglia nella vita di tutti i cittadini europei.

Tutto cio' ispira giornali, blog, siti internet e troll che insieme si accaniscono con lui e il vecchio continente, che con le sue istituzioni, riesce ad apparire come un vechio malato terminale.

Il lato oscuro viene mostrato. 

"L'inno alla gioia" si trasfora in imprecazioni e maledizioni.

"Farabutto, pagherai caro, pagherai tutto".


Ma esiste "The other side of the EU"

In questo blog cerchero' di inserire un po' di info che difficilmente i non appassionati riuscirebbero ad avere attraverso i canali tradizionali. Tutto che si riporta qui rappresenta cio' che la UE fa, cio' che la UE e'.